di Gianni Pardo
Si può essere ragionevolmente convinti che i comunisti siano afflitti da qualche malattia mentale? Non è una battuta: c’è qualche buona ragione per crederlo. Basta chiedere: può essere sano di mente qualcuno che reputa che una certa teoria politica potrebbe rendere più liberi gli uomini, se dovunque sia stata applicata si è risolta in tirannia? Un uomo sano di mente può affermare che una teoria economica sia a favore dei lavoratori più poveri, se dovunque si sia tentato di applicarla quei lavoratori li ha resi più poveri di prima?
Ecco il link con la psichiatria. Stabilire che cosa sia una malattia mentale è questione cui persino gli esperti hanno difficoltà a rispondere ma una cosa è chiara: quando si tratta di identificarla in concreto, si applica il criterio che la patologia è tanto più grave quanto più una mente si allontana dalla realtà. Colui che sente delle voci mentre nessun essere vivente gli parla, è uno schizofrenico, uno psicotico che non è nemmeno penalmente responsabile delle sue azioni.
Viceversa chi pensa di essere sfortunato, che la sorte ce l’abbia con lui, e che nella vita avrebbe meritato di meglio di ciò che ha avuto, è solo leggermente malato di mente, tanto da poterlo annoverare tra i sani. Di qualcosa di più grave soffre chi è seriamente convinto che tutti ce l’abbiano con lui e lo odiano, perché in questo caso siamo in presenza di una mania di persecuzione. Ma in tutti e tre i casi si ha lo scollamento dalla realtà, in quanto né le voci, né la sfortuna, né l’odio di tutti contro uno esistono. Esiste il caso, che opera indifferentemente a favore o contro gli individui. Nello stesso modo non ragiona rettamente chi considera ottima una teoria economica che impoverisce la gente. Ecco perché ci si possono porre degli interrogativi sulla salute mentale di chi non tiene conto del fallimento planetario di una teoria. Ma è l’unico caso? No. Interi Paesi hanno una rappresentazione distorta della realtà.
Molto dipende dal culto che qualunque società ha per i fatti. Se è tendenzialmente colta e razionale, disdegnerà ogni mito e ogni convinzione di cui non veda la dimostrazione. Se invece il culto ce l’ha per la religione, per quanto lontana dall’esperienza, o per certe convinzioni di cui non chiede la dimostrazione, si ha un’intera società in cui il distacco dalla realtà rischia di essere notevole. Con evidenti danni per il retto pensiero. Un esempio l’abbiamo avuto nella seconda guerra dell’Iraq. Saddam Hussein, il rais locale, ha promesso l’Apocalisse agli americani, se avessero osato attaccare il suo Paese, e poi l’Iraq è stato totalmente sconfitto in cento ore. Ma questa potrebbe essere solo ingenua propaganda di regime. Il peggio è che un suo ministro, comunemente chiamato Alì il chimico, parlava di resistenza e di vittoria mentre i carri armati americani erano nei sobborghi di Baghdad e se ne sentivano le cannonate. Come mai poteva mentire così spudoratamente? È semplice, perché parlava agli irakeni. Non soltanto costoro sono capaci di credere alle favole (era già una favola che quel Paese potesse resistere agli Stati Uniti, tanto che solo i disfattisti antiamericani europei ne avevano parlato seriamente), ma Alì il chimico aveva anche una giustificazione teologica: gli infedeli credono che gli americani vinceranno sugli irakeni perché sono più forti, per i credenti gli irakeni vinceranno sugli americani se così vuole Allah. Per gli infedeli ciò che domina la realtà è la legge di causalità, per i musulmani è la volontà di Dio. E infatti Islàm significa abbandono alla volontà di Dio.
Di questa sorta di deviazione dalla realtà abbiamo anche un esempio di questi giorni. Secondo l’Ansa, uno dei leader degli Houthi, Ali al-Qahoum afferma, in un’intervista all’agenzia iraniana Irna, ripresa dal Times of Israel, che lo Yemen si trasformerà in una catastrofe per le forze statunitensi. Lo stesso Vladimir Putin, che pure in buona parte delira quando si tratta di Russia (prova ne sia che falsifica anche la storia) non oserebbe mai dire una frase del genere. Semplicemente perché pensa che gli americani dovrebbe batterli con le armi. Se invece fosse musulmano, penserebbe che per batterli basta la volontà di di Dio. E non si pensi che questo signor al-Qahoum abbia parlato in un momento di confusione. Egli ha detto precisamente: «Diciamo agli americani che le vostre azioni contro lo Yemen saranno sconfitte e che vi affronteremo con tutta la nostra forza. Dopo questa aggressione, lo Yemen si trasformerà nel cimitero degli americani e questi lasceranno la regione umiliati». Morti o umiliati? Ma quel signore non si occupa di queste quisquilie logiche. Ecco perché per gli Occidentali (incluso Israele) è così difficile arrivare ad accordi utili con i musulmani. Non ci intendiamo.